Terre di magia: Saletta e Torrione

Siamo in Piemonte, a pochi chilometri da Vercelli. Terre di nebbie mattutine e di risaie sconfinate. Così sono Saletta e Torrione, piccole frazioni della non molto più grande Costanzana: campi, cascine, un castello oggi ristrutturato e privato, una strana chiesa, una cappella, un tempietto circolare. Gli abitanti? Scomparsi quasi tutti o più precisamente – qualora ci si affidasse a quanto riportato dai giornali locali – scappati terrorizzati dalle presenze sovrannaturali del luogo. Molti sono gli articoli – sul web e non – che amano classificare Saletta molto in alto nella lista dei luoghi infestati d’Italia. Noi non amiamo la suggestione e le dicerie, pertanto ci atterremo ai fatti che, peraltro, appaiono già in questo caso sufficientemente interessanti senza esser coloriti ulteriormente.

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La chiesa di Saletta è particolare. Lo vede chiunque, sostandovi davanti ed alzando gli occhi sul suo frontone: la decorazione è completamente composta da teschi di bovini che, con le loro lunghe corna, sembrano fare la guardia alla particolare sacralità di questo luogo. L’entrata è completamente murata e l’adiacente piccolo cimitero appare ormai quasi del tutto irriconoscibile. Le poche tombe che erano presenti sono state negli anni completamente distrutte e saccheggiate. Perchè?

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Perchè tra gli anni ’80 e ’90 purtroppo Saletta ha attratto eterogenee frequentazioni. Già dagli anni ’30, quando il vicino tempietto circolare fu interdetto alle funzioni religiose, cominciarono a fiorire leggende intorno a presunti fantasmi. In anni in cui il clima italiano si è rivelato particolarmente ricettivo sul tema del satanismo, Saletta non ha fatto eccezione. Già verso la fine degli anni ’70 la chiesa ed il tempietto erano meta di adolescenti annoiati alla ricerca di emozioni presunte forti, ma negli anni ’80 il fenomeno esplose salendo alla ribalta delle cronache locali.

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Nei sotterranei del tempietto era solita ritrovarsi nottetempo una compagnia di ragazzi e ragazze, in età da motorini e biciclette. Qui, oltre forse a consumare alcol e droghe, si tenevano dei riti non meglio precisati durante i quali – racconta oggi uno degli ex partecipanti, rimanendo nell’anonimato – una bella fanciulla rossa di capelli danzava semi-nuda soggiogando, in qualità di sacerdotessa, gli altri membri della “setta”. La pitonessa, così chiamavano questa bella giovane dalla pelle chiara. Il simbolo del gruppo era una stella a quattro punte, comparsa più volte sui muri lì intorno. Comparvero anche resti di piccoli animali sacrificati. Gli agricoltori del circondario una notte, stanchi del continuo via vai, chiamarono le Forze dell’Ordine.

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I ragazzi scapparono, ma una di loro rimase ferita dal suo stesso motorino. Dopo il coma, la morte. E la denuncia, da parte del padre, nei confronti delle Forze dell’Ordine a suo dire responsabili di quanto accaduto durante la fuga. Questo caso ovviamente fece conoscere Saletta anche a chi ignorava le leggende magiche precedenti a questo fatto di cronaca. E così cominciò un turismo particolare, di quelli non passibili d’essere incasellati univocamente: fotografi, curiosi, ragazzi in cerca di guai, studiosi dell’occulto, storici, acchiappafantasmi.

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Il piccolo nucleo di origini – probabilmente – longobarde si scoprì essere una fonte inesauribile di spunti: il famoso tempietto circolare, costruzione davvero suggestiva, fu infatti costruito dalla famiglia Mossi a perenne monito dopo un duplice suicidio. A togliersi la vita furono una giovane nobile di Torrione e lo stalliere da lei amato: i due, ostacolati nel loro amore come Romeo e Giulietta, non trovarono conforto che nella morte. Nel luogo dove furono rinvenuti i loro corpi, impiccati nella boscaglia, fu edificato questo misterioso tempietto ancora oggi visibile quando, d’inverno, i rovi lo lasciano libero di mostrarsi. La piccola costruzione fu dedicata a San Sebastiano, colui che risorge da morte certa.

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Come se non bastasse quanto già raccontato, ad alimentare le leggende su Saletta ci pensò anche Modena, storico del ‘600, che sostenne di aver ritrovato in loco ossa di giganti – chiara testimonianza che il luogo era già abitato prima del Diluvio Universale. Ovviamente, la paleontologia non poté all’epoca correggere il tiro delle sue conclusioni accuratamente riportate in documenti storici a noi pervenuti. Per concludere, a Saletta e Torrione si parla anche di infinite gallerie sotterranee che collegherebbero i luoghi sacri e  non in una misteriosa e potente rete di energie occulte. E i contadini raccontano di apparizioni notturne, bambine in vesti bianche, ritorni dall’al di là di persone care scomparse da tempo.

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In verità ciò che è parso ai miei occhi più suggestivo è l’intensa sopravvivenza del magico rimasta tra queste case. Sembra che a Saletta e Torrione l’orologio antropologico si sia fermato più indietro che altrove: è una testimonianza interessantissima di un mondo rurale oggi praticamente scomparso, un mondo in cui l’inspiegabile è rimasto tale rifiutando spesso le risposte della scienza. Un mondo in cui le storie si raccontano ancora la sera accanto al fuoco, e i mostri vivono davvero sotto i letti.

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