Siamo a Gythio, in Peloponneso, nel profondo sud della Grecia. Più precisamente siamo nella regione del Mani, quella decantata da Patrick Fermor nell’omonimo libro: una terra aspra, arida, dura come la sua gente. Terra di sole cocente e di ulivi inselvatichiti, bruciati, che mangiano lentamente le tante carcasse di automobili abbandonate. Colline stanche, che si tuffano nel mare in pendii punteggiati di case-torri semi distrutte.
Proprio qui, alle porte di questa terra che sembra stanca di esistere, si staglia contro l’orizzonte la cupa sagoma del Dimitrios: 67 metri e 965 tonnellate di nave da carico, abbandonata al suo destino dal lontano 1981. Se ne domanderete la storia alla gente di lì, tra un bicchiere di ouzo e le luci delle taverne, sentirete tante versioni contrastanti.
Non c’è una verità ufficiale; nemmeno a trent’anni di distanza, nemmeno dopo che ormai la salsedine ha fatto un buco enorme nella pancia di questa nave macilenta.
Il Dimitrios è stato costruito nel 1950, in Danimarca, e portava il nome di un villaggio danese: Klintholm. Acquistato da una società greca e registrato con l’attuale nome alla Prefettura del Pireo, il nostro Dimitrios batteva acque poco chiare già prima di diventare un mercantile fantasma. Nessuno, infatti, sa esattamente a che tipo di trasporti fosse adibito – né precisamente quali rotte coprisse.
Si procede coi “si dice”, tra i mormorii di chi sulla spiaggia di Valtaki – dove il relitto è tutt’ora presente – si fa il bagno anche quando i turisti sono ormai tornati tutti a casa. Qualcuno racconta che il Dimitrios fosse una nave che contrabbandava tabacco tra Grecia e Turchia: potrebbe sembrare anacronistico parlare di contrabbando nella seconda metà del ‘900, ma non va assolutamente dimenticato che il Mani, la lingua di terra dove il Dimitrios sta lentamente morendo, è terra per eccellenza di pirati – antichi e moderni.
Si dice che le autorità abbiano confiscato il mercantile, che l’equipaggio sia scappato per fuggire alla giustizia, che deliberatamente abbia incendiato la nave per coprire l’uso illegale che se ne faceva. Le autorità, dal canto loro, non confermano e non smentiscono questa versione – a quanto ci è dato sapere.
Eppure è strano, nel 2019, che su una spiaggia normalmente frequentata da locali e turisti – nonché luogo di tutela faunistica per la nidificazione delle tartarughe – sia spiaggiato un relitto pericolante e pericoloso, mi si perdoni il gioco di parole.
Oserei aggiungere, ancora più strano che sia lì da ben trent’anni senza spiegazione alcuna. Nel libro I relitti nei mari della Grecia scritto dal viceammiraglio Ntounis la versione raccontata è un’altra: sarebbe stata un’inaspettata e misteriosa malattia del capitano a costringere il Dimitrios ad una sosta di emergenza presso Gythio.
Qualcuno racconta che la malattia in questione non fosse fisica, e che il capitano fosse stato sbarcato ed internato. L’equipaggio a quel punto, essendo intervenuti problemi economici, avarie ai motori, discussioni tra le varie assicurazioni ed altre miriadi di questioni burocratiche si sarebbe, stando sempre alla versione del libro, semplicemente allontanato. Pare che a quel punto il Dimitrios, rimasto sul gobbone delle autorità portuali, sia stato traghettato a distanza di sicurezza dal porto di Gythio – le cime erano usurate, le infiltrazioni d’acqua rendevano la nave un pericolo galleggiante.
L’inverno del 1981, precisamente il 26 dicembre, una violente tempesta avrebbe strappato gli ormeggi e trascinato la nave sulla spiaggia di Valtaki, dove ancora oggi resta a marcire. Curioso, nevvero? Una nave allontanata deliberatamente dal porto in quanto potenzialmente pericolosa, e lasciata a consumarsi lentamente sopra i bagnanti sorridenti e troppo spesso ingenui.
Certo, un cartello campeggia sulla spiaggia di Valtaki tra un nido di tartarughe e l’altro: vietato avvicinarsi al relitto. Inefficace, naturalmente: dal Dimitrios si levava il canto delle sirene ed io – piccolo Ulisse – non potevo che avvicinarmi ad ascoltarlo.
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Dimitrios is mysterious ship. Built in Denmark in 1950 and named Klintholm, it was bought by a greek shipowner and used till 1980. Its name was changed in Dimitrios, but nobody knows where and why this cargo sailed. Even port authorities do not explain why Dimitrios is abandoned on Vatlaki beach, in Gythio, since 1981. It seems that this cargo was used for some illegal business, somebody guesses concerning tobacco. Consider that Mani, the southern part of Greece, is a region famed for its – ancient and modern – pirates. Someone else talks about a mysterious illness of the Captain, perhaps madness, anyway this could be the reason why the Dimitrios had to safely dock in Gythio. What’s certain is that the shipwreck seems haunted… some of the old inhabitants say you can see the Dimitrios weigh its anchor during the cold winter nights.