Ex base N.A.T.O. al Dosso dei Galli

Una storia affascinante e di vecchia data quella della zona montana del Dosso dei Galli, vicino ai passi Maniva e Crocedomini. Dobbiamo tornare agli inizi del ‘900, quando la geografia del nostro Paese non era quella attuale, per comprendere come sia nata l’importanza militare di questa zona: al tempo Collio, paese che s’incontra risalendo la Val Trompia, era terra di confine con l’Austria.

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Non correndo affatto buon sangue tra Austria ed Italia nel primo decennio del secolo scorso, si rese necessaria la costruzione di  alcune strade militari in zona che garantissero accesso e percorribilità ai mezzi in caso di uno scontro. Così nacquero l’attuale strada provinciale delle tre valli e la strada che collega i due passi, la Maniva – Crocedomini, che fu costruita dall’esercito italiano – più precisamente dalle truppe alpine e da quelle del Genio –  nel 1911.

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Venendo meno gli scopi originari di queste vie di comunicazioni, si dovette assistere per alcuni anni alla loro incuria e al loro abbandono – fino a che, nel secondo dopoguerra, qualcun altro scorse l’importanza strategica della zona: la N.A.T.O. In particolare parve loro interessante la zona chiamata localmente Dos de Gai – Dosso dei Galli, nome derivante dalla consistente presenza di nidi di galli cedroni. La N.A.T.O. si occupò di ricostruire completamente il tratto della strada che collega San Colombano al Dosso dei Galli, in vista del passaggio di mezzi pesanti.

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Nel clima della Guerra Fredda sorse sul Dosso dei Galli una stazione troposcatter, dotata di imponenti parabole a mosaico alte circa 30 metri ed in grado di trasmettere e ricevere informazioni e tracciati radar in tempo reale. Le gigantesche parabole sembrano oggi le vestigia di una civiltà extraterrestre, dominano un paesaggio deserto e lunare e sono strumenti musicali del vento, che nel silenzio assoluto spazza incessantemente la cima intessendo melodie con le strutture in acciaio.

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La base N.A.T.O. rimase in funzione dal 1969 al 1995: faceva parte di una cintura elettromagnetica di 49 stazioni poste a 300 km di distanza l’una dall’altra e strutturate per sopportare il traffico radio del sistema ACE High System. La rete garantiva ai vertici N.A.T.O. la possibilità di comunicazioni criptate e di dati in tempo reale con l’utilizzo del segnale Troposcatter, inviato nella troposfera e raccolto dalle diverse stazioni – sistema molto affidabile anche in condizioni di meteo avverse. La rete aveva il suo punto di partenza nella stazione di Senia in Norvegia, da dove partiva il collegamento North Atlantic Radio System con le isole Faroe – da lì il collegamento passava dalla Groenlandia con la rete Distant Early Warning Line, poi dall’Alaska ed infine dal Canada. In Canada subentrava fino agli Stati Uniti i sistema White Alice Communications System.

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Misteriosamente la N.A.T.O., una volta abbandonata l’attività della base nel 1995, lasciò in loco tutte le apparecchiature militari ed i relativi documenti. Chiaramente il materiale fu asportato nel giro di breve tempo, da visitatori più o meno occasionali. Oggi la zona non è nemmeno più cintata, sebbene il transito dei mezzi sia impedito da un cancello chiuso con ben cinque lucchetti di diversa foggia.

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Raggiungere la base a piedi non presenta alcuna difficoltà, posto che la passeggiata la si faccia nella stagione estiva, dato che l’altitudine di quasi 2200 mt non garantisce ottimali condizioni meteo tutto l’anno. Oggigiorno tutta la zona è stata acquistata all’asta da una società bresciana che ne vorrebbe il recupero, in vista – forse – della nascita di un centro di sfruttamento dell’energia eolica. Il luogo si presta particolarmente a questo scopo per la sua posizione.

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Per il momento tutto è immobile, in attesa, ed ancora per non sappiamo quanto potremo fare un vero e proprio salto nel tempo – sedendoci sotto le enormi parabole, in un silenzio interrotto solo dai fischi delle marmotte, ad immaginare anni che forse non abbiamo vissuto.

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4 pensieri riguardo “Ex base N.A.T.O. al Dosso dei Galli

  1. di documenti non è stato lasciato nulla!! ero di stanza alla base gemella di cavriana e tutti i giorni bruciavamo tutti i messaggi arrivati tramite telescrivente e tutto il materiale sostituito per la manutenzione, le parti sensibili, ovvero i finali dei trasmettitori quelli sono tutti stati rimossi, hanno lasciato solo le cose Obsolete, poi nessun tracciato radar, i radar non sono mai stati presenti, durante il mio periodo di leva sotto le forze Nato ho visitato questo luogo un paio di volte.

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  2. Ricordo quando dalla provincia di Milano ci siamo trasferiti a S.Combano,ai piedi del monte Maniva,mio padre aveva trovato lavoro e casa proprio lì,io all’inizio odiavo quel posto, ero abituato a stare con la gente è quel minuscolo paese non mi piaceva proprio,erano gli anni 70. Col tempo mi sono abituato e ho cominciato a notare che ogni tanto vedevo scendere delle jeep con un camion militare,incuriosito ogni tanto chiedevo alla gente del posto da dove venissero quei militari,però tutti quasi intimoriti mi rispondevano allo stesso modo: c’è una base Nato sul Maniva,niente più…un giorno ho chiesto a un amico,andiamo a vedere la base,mi ha risposto: sei matto? Non ci fanno neanche avvicinare. Dopo alcuni anni,ci siamo trasferiti ancora,ma io sono sempre rimasto incuriosito e affascinato da quella base Nato che non ho mai potuto vedere. Sono passati 40 anni,un giorno con la famiglia è un amico decidiamo di andare a vedere il posto dove da bambino ho vissuto,è cambiato molto, poi decido: voglio andare a vedere quella famosa base segreta; quando arriviamo,finalmente vedo quelle enormi parabole,un segreto che mi ha affascinato per una vita,anche se ormai in stato di abbandono.

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  3. Sono potuto entrare pochi mesi dalla chiusura della base erano presenti ancora i 2 generatori per la privilegiata in fondo le ultime stanze vicino ai tralicci delle parabole le due valvole enorme dei finali che alimentavano illuminatore i rach con le varie schede una cosa meravigliosa che i ragazzi di oggi giorno avrebbero potuto vedere un museo dopo un po di tempo allo stato di abbandono anno cominciato a rubare un po di tutto dai motorini di avviamento dei generatori pompe iniezione e il cavo di rame che alimentava i tromboncini illuminatore delle parabole le 2 valvole finali che mi sono meravigliato quando le ho viste non ci sono più i quadri racket coi vari cassetti e schede elettroni più nulla un disastro dopo un po neppure ombra dei 2 generatori non dovevano abbandonarla oggi avremmo avuto qualcosa da vedere e ricordare invece e’ diventata una stalla per pecore By Ik2 NDE

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