
“Nesoli”, toponimo riportato su una cartina del 1636. Al secolo Nesolio, frazione del comune di Erve, in provincia di Lecco. Al piccolo complesso architettonico montano si giunge per due vie, una carrabile di recente riaperta e un’antica mulattiera lunga poco meno di mezzo chilometro, che dal centro di Erve si inerpica sul Monte Ocone. L’origine di questo borgo è probabilmente risalente al XIV secolo, nonostante leggenda voglia – come si evince da un documento conservato in loco all’archivio parrocchiale – che sia stato fondato niente meno che da un guerriero franco, facente parte del seguito di Carlo Magno.
Sono state sono mantenute, fortunatamente, le caratteristiche architettoniche originarie: di particolare rilevanza la vecchia piazzetta con la fontana e la via a gradoni, strettissima, che collega le abitazioni tra loro e costituisce per così dire il “centro” del vecchio nucleo.
- © camera obscura
All’inizio del secolo scorso Nesolio contava circa centocinquanta abitanti ed un’economia rurale tipica dei villaggi prealpini, basata su agricoltura (soprattutto viti e frumento) e allevamento. Dagli anni ’50 lo spopolamento è stato inevitabile, complici la posizione non facilmente raggiungibile e la forma di economia di sussistenza ormai superata.
Una delle tradizioni legate alla terra e sopravvissuta fino a noi è la battitura delle castagne: fino al 2016, anno in cui purtroppo è mancato, Piero Valsecchi – vero e proprio custode, potremmo dire, del borgo – si è adoperato per mantenere viva questa pratica ed insegnarla alle nuove generazioni. In paese Piero era una vera e propria istituzione, si recava nelle scuole a parlare della vita di un tempo, conosceva ogni singola pietra di Nesolio come se tutto il paese fosse la sua casa natìa. Nato nel 1933, membro di una famiglia numerosa come normale all’epoca, aveva condotto per anni la vita tipica di un contadino di montagna. L’amore che nutriva per la sua terra era facilmente deducibile da ogni sua parola. Ogni anno fino alla sua morte ha replicato, a Nesolio, il rito della battitura proprio come si praticava una volta: le castagne hanno costituito per anni l’alimento principale per la popolazione. Nei dintorni del nucleo di case si trovano ancora oggi numerosi castagni secolari, i cui frutti venivano raccolti in edifici tipici detti essiccatoi.
Al piano superiore di questi edifici le castagne venivano rigirate ogni giorno, mentre il fumo del fuoco dolce acceso al piano terra le asciugava privandole dell’umidità e rendendole adatte ad essere conservate. Al termine di questo procedimento lungo all’incirca tre settimane le castagne erano pronte per essere battute, cioè private del guscio, in un recipiente appositamente ricavato da un tronco di castagno: qui i battitori, con precisione, svolgevano il loro antico rituale con mazze di legno sapientemente manovrate. Così le castagne potevano finalmente essere trasformate in farina, garantendo la sopravvivenza alle famiglie durante la lunga stagione invernale; oppure potevano essere gustate nel latte, come ancora facevano i nostri nonni. Oggi Nesolio ha due abitanti in pianta stabile, ma altri si stanno avvicinando con curiosità e rinnovato amore a questo piccolo angolo di paradiso. In una vita in cui lo stress e la frenesia sembrano raggiungere sempre livelli più alti, qui qualcuno ha ritenuto di poter ritrovare il perduto gusto della lentezza. A Nesolio si seguono i ritmi della natura, la vita è scandita dall’alternarsi del giorno e della notte, dall’avvicendarsi delle stagioni. Le vecchie mura parlano una lingua antica, comprensibile solo a chi non sia insensibile all’amore per il passato.
Consigliamo una visita in questa piccola frazione a chiunque abbia voglia di prendersi una pausa dal mondo. A Nesolio non si sente il rumore della automobili. Non si sente il vociare dei televisori. Si possono godere i profondi silenzi o la voce del vento, che quando soffia incanalandosi per l’angusta via fa sbattere qualche vecchia imposta.
Per saperne di più:
http://www.valsanmartinospot.it/it/percorsi/ville-borghi/nesolio
- GALLANDRA M., Ambiente Val d’Erve. Il custode dei castagni, in “Orobie. Mensile di natura, culura e turismo“, Bergamo, novembre 2007, pp. 72 sgg.
- BROGIOLO G.P., Rilievi, analisi stratigrafica del centro storico di Nesolio (Erve): relazione, Padova 2003.
Come arrivare: in auto fino ad Erve, dove consigliamo di posteggiare all’inizio del paese per evitare di congestionare l’unica strada che lo attraversa. Raggiunta Via Butto si prende a sinistra, si oltrepassa il torrente e poco oltre si prende a destra l’antica mulattiera (già via Nesolio).