Campione sul garda: la storia di un abominio

Gardesana Occidentale, direzione Riva del Garda, freccia a destra. Che posti sono; chi come me ha la fortuna di abitarci vicino e conoscerli sa bene quanti angoli meravigliosi nascondano. Ma no, non è il caso di Campione; che a chiunque abbia voglia di avventurarcisi esibisce le proprie ferite infette, mai – è proprio il caso di usare questo termine – sanate. Eppure era una paese come gli altri; certo molto isolato, e prima che venisse costruita la Gardesana come la conosciamo oggi era praticamente raggiungibile solo via lago.

Il villaggio operaio di Campione

A fine ‘800 la famiglia Feltrinelli vi costruisce un maxi cotonificio, con annesso villaggio operaio completo di chiesa, teatro, convitto, spaccio. Una realtà che riassetta sicuramente l’urbanistica del luogo ma parimenti gli offre nuovo slancio vitale. Il cotonificio è una realtà di successo e la sua storia dura praticamente un secolo; si conclude nel 1981 a causa della crisi, dopo aver dato lavoro per moltissimi anni a persone provenienti da tutti i paesi circostanti. Sull’argomento consigliamo il bel libro di Carlo Gaioni Scolaro “Campione del Garda. C’era una volta il cotonificio” edito da Susil Edizioni.

Campione oggi, in prossimità della zona franata.

Dalla chiusura del cotonificio passano alcuni anni che vedono il paese cristallizzato, per così dire; perfettamente immobile nel proprio tempo. Arriva la nuova proprietà: il progetto prevede un lussuoso villaggio turistico con appartamenti a pochi passi dal lago, villette a schiera, porticciolo privato, super posteggio a disposizione degli abitanti, quasi tutto interrato. Dove e come si voglia realizzare tutto questo non si sa, vista l’esigua superficie di Campione; ma i giganteschi manifesti di cui ancora rimane traccia mostrano un supermegagalattico centro residenziale di lusso, con tutte le infrastrutture possibili ed immaginabili e tanti volti felici a sorridere di tutto questo benessere. Probabilmente, nessuno di quei volti che si prestano per la campagna pubblicitaria volge lo sguardo verso il costone della montagna; proprio a strapiombo sulla loro testa.

Giganteschi cartelloni pubblicitari

Si tirano su reti da cantiere, si scava, fioriscono container, si parla ovunque del meraviglioso resort che trasformerà Campione da piccolo borgo semi sconosciuto a perla del Garda. Ma, già lo sapete, è una storia sbagliata come direbbe Faber. Ebbene, chi si starà mai occupando di questo grandioso progetto? Una società, un nome che abbiamo già sentito quando abbiamo parlato dello Zuccherificio di Spinetta Marengo in Piemonte: la Coopsette.

Uno scorcio dall’alto

Da Italia Oggi, 2014: […] Nei giorni scorsi il tribunale del riesame di Brescia ha messo i sigilli al villaggio, ritenendo valida l’accusa di edificazione abusiva per di più su un’area ad alto rischio poiché la montagna che incombe sul villaggio non sarebbe stabile. Quindi non solo una scempio ambientale, non solo il reato di abusivismo, tanto più grave perché commesso da una coop (la coop sei tu chi può darti di più?) ma anche una situazione di pericolo secondo i tre magistrati del riesame, i quali hanno deciso che il rischio di smottamenti è troppo elevato e quindi una parte degli appartamenti, negozi, parcheggio, il circolo velico e tutto il contorno del villaggio è meglio che rimanga inabitato. In una nota le Fiamme Gialle sostengono che le opere «sono state avviate e concluse in una zona gravata da numerosi vincoli di natura ambientale e paesaggistica oltre che di protezione di beni culturali. Si tratta, infatti, di un’area protetta, in prossimità di siti di interesse comunitario, che per qualsiasi variazione necessita della valutazione di impatto ambientale». Inoltre la zona «è risultata ad altissimo pericolo idrogeologico per la caduta di massi, soprattutto nel tratto di ubicazione del parcheggio multipiano e dell’università della vela, ai piedi del monte Falesia». Per la Gdf la lottizzazione abusiva è «strettamente connessa all’abuso d’ufficio commesso dai componenti dell’amministrazione comunale e dal consulente di quest’ultima, redattore del piano urbanistico, che ha agito anche in veste di progettista privato della società proprietaria della zona, in palese conflitto di interessi».

Lungolago silente.

Ma no, non è ancora accaduto il peggio! E cioè? Cioè la frana. Sì, perchè fortunatamente la natura, a volte, fa cadere qualche tegola in testa proprio alla gente giusta. Soprattutto quando la natura la fai incazzare, non la rispetti, la calpesti, la sventri – com’è successo in questo caso. Un pezzo di montagna alle 3 di notte del 19 novembre 2014 finisce sul parcheggio sotterraneo sfondando ben due piani. Nessun ferito, ma un bella pietra in testa alla Difesa dei costruttori che continuava a sostenere l’assenza di rischio.

E intanto gli edifici storici…

Al fallimento di Coopsette si accompagnano, nella vicenda di Campione, (Giornale di Brescia, 2018) la condanna in appello per lottizzazione abusiva dell’ex sindaco di Tremosine Diego Ardigò, del suo vice dell’epoca Francesco Briarava, dell’architetto Mauro Salvadori, autore del piano urbanistico che ha dato il «la» alle opere, di Rubens Burani, procuratore speciale di Coopsette e Fabrizio Vezzani, legale rappresentante della Campione del Garda Spa, anch’essa fallita. Le condanne penali sono cadute in Cassazione perché il reato è andato in prescrizione, ma la vicenda relativa alla lottizzazione di Campione è tornata di nuovo in un’aula del palazzo di Giustizia e non è ancora stata detta l’ultima parola.

La quintessenza attuale di Campione.

Quel che è certo è lo stato in cui versa la parte del territorio di Campione interessata dal maxi progetto, maltrattata, abusata, sognata e poi abbandonata come una bambola vecchia. Ci sono ancora i container; ci dormono senzatetto e fauna turistica estera alternativa. Ci sono ferri, cavi, reti ovunque. Il paese sembra la cifra del provvisorio, una commistione di epoche che non ne vogliono sapere di parlarsi. Bene per il turismo sportivo, senza il quale probabilmente questo fazzoletto di terra ce lo saremmo semplicemente dimenticato. E invece no, ogni estate sono tantissimi gli stranieri che mettono la freccia a destra in galleria, sulla Gardesana Occidentale. Chissà se ancora per molti anni desideriamo accoglierli con questo scempio.

Il riuso “creativo” dei container lasciati sul posto.

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